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Disodontiasi del dente del giudizio
Disodontiasi del dente del giudizio

La Chirurgia Odontostomatologica (chirurgia orale) è una branca della chirurgia che riguarda gli interventi a carico di tutti componenti del cavo orale: ossa, tessuti parodontali e denti.

Nel nostro studio vengono eseguiti tutti gli interventi di chirurgia orale che non necessitano di anestesia generale.

Si effettuano, quindi, interventi sui tessuti parodontali (parodontologia chirurgica), interventi per la rimozione di lesioni infiammatorie croniche periapicali (granulomi) (endodonzia chirurgica) ed interventi bioptici e di rimozione di cisti e piccole neoplasie benigne (fibromi ed epulidi).

Si eseguono, inoltre, le estrazioni dentali necessarie per la presenza di lesioni cariose o parodontali non trattabili con metodiche conservative e le estrazioni dei denti del giudizio affetti da disodontiasi.

Tutti gli interventi vengono eseguiti da uno specialista in Chirurgia Orale.

DISODONTIASI DEI DENTI DEL GIUDIZIO

I terzi molari, comunemente denominati “denti del giudizio”, iniziano a svilupparsi all’interno delle ossa mascellari intorno al dodicesimo anno di età e dovrebbero erompere (uscire completamente) in arcata al termine dello sviluppo scheletrico, verso i 18-20 anni.

Molto spesso però, per le modifiche che il cranio ha subito nell’evoluzione filogenetica della specie umana, non è presente sufficiente spazio per un corretto inserimento di questi elementi nelle rispettive arcate dentali. La loro eruzione, quindi, può creare un affollamento con eventuale dislocazione (interna od esterna) dei denti adiacenti e conseguente malocclusione.

Inoltre, anche in caso di corretta collocazione all’interno dell’arcata dentale, il contatto con la corona del secondo molare è generalmente molto stretto. Questa evenienza, che comporta un’insufficiente detersione salivare delle pareti interprossimali e determina un aumento della difficoltà di eseguire una corretta igiene orale domiciliare, può favorire l’insorgenza di patologie cariose e/o lo sviluppo di una parodontite cronica (tasca parodontale) locale.

Per la mancanza di spazio il dente del giudizio può anche rimanere imprigionato (incluso), più o meno completamente, nell’osso.

In caso di inclusione parziale si sviluppa col tempo un’infiammazione cronica a carico della gengiva che ricopre la parte distale (posteriore) della corona (pericoronite). Come tutte le infiammazioni croniche, la pericoronite è sostanzialmente asintomatica ma tende ad ingrandirsi progressivamente e, a seguito di una colonizzazione batterica, si può trasformare in un’infezione acuta spesso ascessuale. In questo caso compare una sintomatologia dolorosa molto intensa e l’infezione, se non prontamente trattata con idonea terapia sistemica (antibiotici + antinfiammatori), può evolvere, specialmente in soggetti affetti da immunodeficienza primitiva o secondaria, in una patologia molto grave (flemmone del collo).

I denti del giudizio completamente inclusi non sono soggetti a complicanze infiammatorie od infettive ma in alcuni casi, fortunatamente rari, possono determinare riassorbimenti a carico delle radici dei denti adiacenti. Inoltre, soprattutto a livello della mandibola, possono determinare lo sviluppo di formazioni cistiche (cisti odontogene follicolari). Anche queste formazioni non sono frequenti e non sono soggette a complicanze infiammatorie od infettive ma tendono ad accrescersi progressivamente a scapito del tessuto osseo circostante e delle radici dei denti adiacenti. In casi fortunatamente molto rari, inoltre, queste cisti benigne possono trasformarsi in neoplasie maligne (ameloblastoma – carcinoma mucoepidermoide – carcinoma squamocellulare).

In caso di difficoltà di eruzione (disodontiasi), soprattutto in presenza di inclusione parziale, l’estrazione del dente del giudizio è sempre indicata dopo la risoluzione di eventuali complicanze infettive.

In caso di inclusione ossea totale, invece, l’indicazione all’estrazione deve essere valutata “caso per caso” considerando l’eventuale presenza di cisti odontogene follicolari, che consigliano una rapida soluzione chirurgica, o il rischio di erosione delle radici del secondo molare che può essere monitorizzato con idonei esami radiografici seriali.

L’estrazione dei denti del giudizio, inoltre, viene generalmente inserita nei piani di trattamento ortodontico (ortodonzia) per evitare che un affollamento dentale presente o futuro possa compromettere i risultati ottenuti dalla terapia. In questo caso, su indicazione dello specialista ortodonzista, l’estrazione può essere effettuata anche prima del termine dello sviluppo dentale (germectomia).

Nel nostro studio tutti gli interventi vengono programmati previa esecuzione di idonei accertamenti radiografici (Ortopantomografia ed eventuale Maxiscan) per definire precisamente i rapporti con le strutture “sensibili” (seno mascellare per l’arcata superiore e nervo alveolare inferiore per l’arcata inferiore). Una corretta valutazione clinico-strumentale pre-operatoria consente, inoltre, di utilizzare una tecnica chirurgica molto conservativa e rispettosa dei tessuti ossei e gengivali in modo da rendere i disagi post-operatori assenti o di minima entità.

Su richiesta del paziente, inoltre, si può ricorrere alla sedazione cosciente (implantologia) che consente di eliminare i disagi e la tensione emotiva connessi alle procedure chirurgiche.

Disodontiasi del dente del giudizio
Disodontiasi del dente del giudizio

La Chirurgia Odontostomatologica (chirurgia orale) è una branca della chirurgia che riguarda gli interventi a carico di tutti componenti del cavo orale: ossa, tessuti parodontali e denti.

Nel nostro studio vengono eseguiti tutti gli interventi di chirurgia orale che non necessitano di anestesia generale.

Si effettuano, quindi, interventi sui tessuti parodontali (parodontologia chirurgica), interventi per la rimozione di lesioni infiammatorie croniche periapicali (granulomi) (endodonzia chirurgica) ed interventi bioptici e di rimozione di cisti e piccole neoplasie benigne (fibromi ed epulidi).

Si eseguono, inoltre, le estrazioni dentali necessarie per la presenza di lesioni cariose o parodontali non trattabili con metodiche conservative e le estrazioni dei denti del giudizio affetti da disodontiasi.

Tutti gli interventi vengono eseguiti da uno specialista in Chirurgia Orale.

DISODONTIASI DEI DENTI DEL GIUDIZIO

I terzi molari, comunemente denominati “denti del giudizio”, iniziano a svilupparsi all’interno delle ossa mascellari intorno al dodicesimo anno di età e dovrebbero erompere (uscire completamente) in arcata al termine dello sviluppo scheletrico, verso i 18-20 anni.

Molto spesso però, per le modifiche che il cranio ha subito nell’evoluzione filogenetica della specie umana, non è presente sufficiente spazio per un corretto inserimento di questi elementi nelle rispettive arcate dentali. La loro eruzione, quindi, può creare un affollamento con eventuale dislocazione (interna od esterna) dei denti adiacenti e conseguente malocclusione.

Inoltre, anche in caso di corretta collocazione all’interno dell’arcata dentale, il contatto con la corona del secondo molare è generalmente molto stretto. Questa evenienza, che comporta un’insufficiente detersione salivare delle pareti interprossimali e determina un aumento della difficoltà di eseguire una corretta igiene orale domiciliare, può favorire l’insorgenza di patologie cariose e/o lo sviluppo di una parodontite cronica (tasca parodontale) locale.

Per la mancanza di spazio il dente del giudizio può anche rimanere imprigionato (incluso), più o meno completamente, nell’osso.

In caso di inclusione parziale si sviluppa col tempo un’infiammazione cronica a carico della gengiva che ricopre la parte distale (posteriore) della corona (pericoronite). Come tutte le infiammazioni croniche, la pericoronite è sostanzialmente asintomatica ma tende ad ingrandirsi progressivamente e, a seguito di una colonizzazione batterica, si può trasformare in un’infezione acuta spesso ascessuale. In questo caso compare una sintomatologia dolorosa molto intensa e l’infezione, se non prontamente trattata con idonea terapia sistemica (antibiotici + antinfiammatori), può evolvere, specialmente in soggetti affetti da immunodeficienza primitiva o secondaria, in una patologia molto grave (flemmone del collo).

I denti del giudizio completamente inclusi non sono soggetti a complicanze infiammatorie od infettive ma in alcuni casi, fortunatamente rari, possono determinare riassorbimenti a carico delle radici dei denti adiacenti. Inoltre, soprattutto a livello della mandibola, possono determinare lo sviluppo di formazioni cistiche (cisti odontogene follicolari). Anche queste formazioni non sono frequenti e non sono soggette a complicanze infiammatorie od infettive ma tendono ad accrescersi progressivamente a scapito del tessuto osseo circostante e delle radici dei denti adiacenti. In casi fortunatamente molto rari, inoltre, queste cisti benigne possono trasformarsi in neoplasie maligne (ameloblastoma – carcinoma mucoepidermoide – carcinoma squamocellulare).

In caso di difficoltà di eruzione (disodontiasi), soprattutto in presenza di inclusione parziale, l’estrazione del dente del giudizio è sempre indicata dopo la risoluzione di eventuali complicanze infettive.

In caso di inclusione ossea totale, invece, l’indicazione all’estrazione deve essere valutata “caso per caso” considerando l’eventuale presenza di cisti odontogene follicolari, che consigliano una rapida soluzione chirurgica, o il rischio di erosione delle radici del secondo molare che può essere monitorizzato con idonei esami radiografici seriali.

L’estrazione dei denti del giudizio, inoltre, viene generalmente inserita nei piani di trattamento ortodontico (ortodonzia) per evitare che un affollamento dentale presente o futuro possa compromettere i risultati ottenuti dalla terapia. In questo caso, su indicazione dello specialista ortodonzista, l’estrazione può essere effettuata anche prima del termine dello sviluppo dentale (germectomia).

Nel nostro studio tutti gli interventi vengono programmati previa esecuzione di idonei accertamenti radiografici (Ortopantomografia ed eventuale Maxiscan) per definire precisamente i rapporti con le strutture “sensibili” (seno mascellare per l’arcata superiore e nervo alveolare inferiore per l’arcata inferiore). Una corretta valutazione clinico-strumentale pre-operatoria consente, inoltre, di utilizzare una tecnica chirurgica molto conservativa e rispettosa dei tessuti ossei e gengivali in modo da rendere i disagi post-operatori assenti o di minima entità.

Su richiesta del paziente, inoltre, si può ricorrere alla sedazione cosciente (implantologia) che consente di eliminare i disagi e la tensione emotiva connessi alle procedure chirurgiche.