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Studio Dentistico Nezzo - Prevenzione della Carie
Prevenzione della Carie

La carie dentale è uno degli argomenti di maggiore interesse in campo odontoiatrico e molti settori della pratica odontoiatrica (conservativa, pedodonzia, endodonzia, protesi dentale, implantologia), si occupano prevalentemente della riparazione dei danni procurati dalla carie agli elementi dentali. In tutti questi campi, negli ultimi anni, si è verificato un importante miglioramento delle possibilità terapeutiche, sia da un punto di vista estetico che funzionale, ma non si è verificato un parallelo sviluppo e diffusione delle strategie di prevenzione della carie benché si conoscano con precisione i fattori predisponenti e determinanti di questo evento patologico.

La genesi della carie è strettamente correlata all’azione acidificante dello streptococco mutans (STM) e del lactobacillo (LCB) presenti nella placca dentale. In particolare, nei bambini sono più importanti i lactobacilli mentre negli adulti risultano determinanti gli streptococchi.

I fattori che determinano l’aumento di questi microrganismi nel cavo orale sono essenzialmente di carattere socio-economico, correlati al tipo di dieta ed alle abitudini igieniche generali ed orali in particolare. La dentizione mista rappresenta un fattore favorente lo sviluppo dei batteri e nei bambini più piccoli sembra avere molta importanza anche la carica batterica presente nel cavo orale della madre.

Un altro fattore molto importante nel determinismo dell’evento carioso è la saliva. Questo liquido organico veicola i microrganismi responsabili della patologia cariosa ma anche le immunoglobuline (IgA secretorie), i linfociti ed i leucociti (globuli bianchi) che intervengono nei processi di difesa dell’organismo nei confronti dall’aggressione batterica. La saliva, inoltre, opera un’azione meccanica di detersione delle superfici dentali, esercita un importante effetto tampone sugli acidi organici prodotti dalla placca batterica, favorisce i processi di rimineralizzazione delle strutture dentali per la sua ricchezza di calcio e fosfati e veicola gli ioni fluoro che  sono necessari alla formazione dello smalto e rallentano il metabolismo degli streptococchi e dei lactobacilli.

Per ottenere un’idonea concentrazione di ioni fluoro nella saliva è essenziale una dieta ricca di alimenti contenenti questo elemento (prodotti ittici ed alcuni cereali) e/o l’assunzione di acqua sufficientemente fluorata. A questo proposito è utile sapere che negli USA l’acqua potabile viene fluorizzata artificialmente mentre in Europa la maggior parte del rifornimento idrico non è soggetto alla fluorizzazione. In particolare, l’Italia ha scelto di non praticare la fluorizzazione artificiale dell’acqua mentre, con il d.lgs. 2 febbraio 2001 n. 31 che recepisce la direttiva dell’Unione Europea 98/83, ha adottato il limite massimo di 1.5 milligrammi/litro di fluoro, consigliato dall’Organizzazione Mondiale delle Sanità (OMS), per le acque commerciali.

Un corretto regime dietetico e il consumo di acqua sufficiente “fluorata” è sicuramente utile ma spesso è insufficiente, da solo, a determinare la concentrazione di ioni fluoro necessaria per un’adeguata prevenzione della carie. Per molti anni, quindi, è stata consigliata la somministrazione di fluoro per via orale alla madre, dal 6° mese di gravidanza fino alla fine dell’allattamento al seno, ed al bambino, dalla nascita al 13° anno.

Attualmente, però, l’opportunità di somministrare il fluoro ai bambini durante i primi anni di vita è oggetto di rivalutazione critica in quanto risulta difficile stabilire una dose ideale per non incorrere nel rischio di sovradosaggio (fluorosi) che può determinare alterazioni strutturali dello smalto dentale (decolorazioni e “friabilità” con minore resistenza alla carie) ed anche conseguenze “sistemiche” soprattutto a livello delle funzione tiroidea (ipotiroidismo). Alcuni studi scientifici dimostrerebbero anche una correlazione tra fluorosi, osteoporosi generalizzata, anoressia,  altri disturbi comportamentali ed anche forme di ritardo mentale.

Collutori e dentifrici, contenenti fluoro sotto diverse forme, possono essere utili per aumentare la concentrazioni di ioni fluoro nella saliva senza determinare eccessi nocivi ma sembra ormai dimostrato che una concentrazione ottimale di questo ione si può ottenere mediante l’uso regolare, in genere semestrale, di lacche fluorate a somministrazione topica (locale). L’utilizzo di questi prodotti può determinare, inoltre, la riduzione di iniziali decalcificazioni dello smalto e la diminuzione di un’eventuale ipersensibilità dentinale.

Oltre al fluoro, anche la clorexidina possiede un’efficace azione antibatterica nei confronti di tutti i batteri gram + e gram- ed in particolare sugli streptococchi ed i lactobacilli presenti nel cavo orale. Anche questo antisettico può essere applicato, sotto forma di lacche, a livello del colletto dentale e molti studi sperimentali hanno dimostrato che la sua azione determina una prevenzione delle lesioni cariose soprattutto nei pazienti con ortodonzia fissa. Le lacche a base di clorexidina, inoltre, se applicate alla madre a partire dal 6° mese di gravidanza, possono ridurre drasticamente la trasmissione dei microrganismi cariogenetici al bambino.

L’azione antisettica del fluoro e della clorexidina determinano anche una riduzione dei mediatori dell’infiammazione gengivale (prostaglandine, interleuchine, leucotrieni) con effetto positivo sulle parodontopatie e, da molti studi sperimentali e clinici, è stato dimostrato che l’associazione di lacche a base di fluoro e di clorexidina aumenta l’effetto delle singole lacche sia per quanto riguarda la prevenzione della carie  sia la trasmissione dei microrganismi cariogenetici da madre a figlio.

Per la prevenzione della carie occlusale in età pediatrica risulta molto utile anche la sigillatura dei solchi mediante “vernici” di resina composita fotopolimerizzabile o materiali su base vetroionomerica. Questi prodotti devono essere applicati sulla superficie occlusale dei molari definitivi, il più presto possibile dopo la loro comparsa nel cavo orale, perché al momento dell’eruzione i denti permanenti non hanno completato il loro sviluppo ed è quindi importante preservare dalle infiltrazioni cariose i solchi che dividono le cuspidi prima della formazione dei ponti di smalto definitivi.

PROGRAMMA DI PREVENZIONE DELLA CARIE

Presso il nostro studio, da molti anni, è stato istituito un programma di prevenzione della carie personalizzato. Al paziente che decide di aderire vengono prioritariamente fornite esaurienti informazioni sui fattori che determinano l’insorgenza della carie e sui provvedimenti che saranno messi in atto per la sua prevenzione. E’ molto importante, infatti, sapere che l’applicazione delle lacche medicate è solo un aspetto del programma di prevenzione e che tale programma potrà essere efficace solo in presenza di corrette abitudini alimentari ed un’efficiente igienizzazione orale.

Si effettua, quindi, una visita del cavo orale per calcolare un indice, denominato DMF, che mette in relazione il numero dei denti cariati (D=decayed) con quelli mancanti (M=missing) e restaurati (F=filled). Si quantifica, inoltre, l’indice di placca mediante un liquido fluorescente che rende visibile la placca mediante illuminazione con lampada fotopolimerizzatrice (quella comunemente usata per l’indurimento dei compositi per ricostruzioni dentali). Successivamente si procede alla valutazione della quantità di produzione salivare sotto stimolo e delle caratteristiche chimiche (pH) e batteriologiche della saliva mediante reattivi chimici e piastre di cultura che vengono poste in un apposito contenitore termostatato a 35-37 °C per 48 ore.

Tutti i dati sono raccolti in una tabella che consente la misurazione di un valore di rischio carie per ogni fattore esaminato. Il totale dei valori di rischio determina il piano di trattamento personalizzato che consiste in un calendario di sedute di igiene professionale e di applicazioni di lacche medicate al fluoro e alla clorexidina con periodiche rivalutazioni del rischio carie per un’eventuale rimodulazione del piano di trattamento. Nei bambini, inoltre, si associa generalmente anche la sigillatura dei solchi dei molari definitivi.

La nostra esperienza con il programma di prevenzione della carie è molto incoraggiante e, dopo un “fisiologico” periodo di rodaggio in cui abbiamo trattato prevalentemente i portatori di ortodonzia fissa ed i pazienti particolarmente “a rischio” per la presenza di numerose ricostruzioni dentali, abbiamo progressivamente allargato le nostre indicazioni. Attualmente proponiamo il programma a tutti i bambini, anche in età prescolare, e alle donne in gravidanza o allattamento e stiamo cercando di sensibilizzare anche i pazienti adulti, soprattutto anziani, che presentano una più alta incidenza di carie in relazione alla fisiologica riduzione del flusso salivare perché siamo convinti che in odontoiatria, come in ogni altra branca della medicina,  “prevenire è meglio che curare”.

Studio Dentistico Nezzo - Prevenzione della Carie
Prevenzione della Carie

La carie dentale è uno degli argomenti di maggiore interesse in campo odontoiatrico e molti settori della pratica odontoiatrica (conservativa, pedodonzia, endodonzia, protesi dentale, implantologia), si occupano prevalentemente della riparazione dei danni procurati dalla carie agli elementi dentali. In tutti questi campi, negli ultimi anni, si è verificato un importante miglioramento delle possibilità terapeutiche, sia da un punto di vista estetico che funzionale, ma non si è verificato un parallelo sviluppo e diffusione delle strategie di prevenzione della carie benché si conoscano con precisione i fattori predisponenti e determinanti di questo evento patologico.

La genesi della carie è strettamente correlata all’azione acidificante dello streptococco mutans (STM) e del lactobacillo (LCB) presenti nella placca dentale. In particolare, nei bambini sono più importanti i lactobacilli mentre negli adulti risultano determinanti gli streptococchi.

I fattori che determinano l’aumento di questi microrganismi nel cavo orale sono essenzialmente di carattere socio-economico, correlati al tipo di dieta ed alle abitudini igieniche generali ed orali in particolare. La dentizione mista rappresenta un fattore favorente lo sviluppo dei batteri e nei bambini più piccoli sembra avere molta importanza anche la carica batterica presente nel cavo orale della madre.

Un altro fattore molto importante nel determinismo dell’evento carioso è la saliva. Questo liquido organico veicola i microrganismi responsabili della patologia cariosa ma anche le immunoglobuline (IgA secretorie), i linfociti ed i leucociti (globuli bianchi) che intervengono nei processi di difesa dell’organismo nei confronti dall’aggressione batterica. La saliva, inoltre, opera un’azione meccanica di detersione delle superfici dentali, esercita un importante effetto tampone sugli acidi organici prodotti dalla placca batterica, favorisce i processi di rimineralizzazione delle strutture dentali per la sua ricchezza di calcio e fosfati e veicola gli ioni fluoro che  sono necessari alla formazione dello smalto e rallentano il metabolismo degli streptococchi e dei lactobacilli.

Per ottenere un’idonea concentrazione di ioni fluoro nella saliva è essenziale una dieta ricca di alimenti contenenti questo elemento (prodotti ittici ed alcuni cereali) e/o l’assunzione di acqua sufficientemente fluorata. A questo proposito è utile sapere che negli USA l’acqua potabile viene fluorizzata artificialmente mentre in Europa la maggior parte del rifornimento idrico non è soggetto alla fluorizzazione. In particolare, l’Italia ha scelto di non praticare la fluorizzazione artificiale dell’acqua mentre, con il d.lgs. 2 febbraio 2001 n. 31 che recepisce la direttiva dell’Unione Europea 98/83, ha adottato il limite massimo di 1.5 milligrammi/litro di fluoro, consigliato dall’Organizzazione Mondiale delle Sanità (OMS), per le acque commerciali.

Un corretto regime dietetico e il consumo di acqua sufficiente “fluorata” è sicuramente utile ma spesso è insufficiente, da solo, a determinare la concentrazione di ioni fluoro necessaria per un’adeguata prevenzione della carie. Per molti anni, quindi, è stata consigliata la somministrazione di fluoro per via orale alla madre, dal 6° mese di gravidanza fino alla fine dell’allattamento al seno, ed al bambino, dalla nascita al 13° anno.

Attualmente, però, l’opportunità di somministrare il fluoro ai bambini durante i primi anni di vita è oggetto di rivalutazione critica in quanto risulta difficile stabilire una dose ideale per non incorrere nel rischio di sovradosaggio (fluorosi) che può determinare alterazioni strutturali dello smalto dentale (decolorazioni e “friabilità” con minore resistenza alla carie) ed anche conseguenze “sistemiche” soprattutto a livello delle funzione tiroidea (ipotiroidismo). Alcuni studi scientifici dimostrerebbero anche una correlazione tra fluorosi, osteoporosi generalizzata, anoressia,  altri disturbi comportamentali ed anche forme di ritardo mentale.

Collutori e dentifrici, contenenti fluoro sotto diverse forme, possono essere utili per aumentare la concentrazioni di ioni fluoro nella saliva senza determinare eccessi nocivi ma sembra ormai dimostrato che una concentrazione ottimale di questo ione si può ottenere mediante l’uso regolare, in genere semestrale, di lacche fluorate a somministrazione topica (locale). L’utilizzo di questi prodotti può determinare, inoltre, la riduzione di iniziali decalcificazioni dello smalto e la diminuzione di un’eventuale ipersensibilità dentinale.

Oltre al fluoro, anche la clorexidina possiede un’efficace azione antibatterica nei confronti di tutti i batteri gram + e gram- ed in particolare sugli streptococchi ed i lactobacilli presenti nel cavo orale. Anche questo antisettico può essere applicato, sotto forma di lacche, a livello del colletto dentale e molti studi sperimentali hanno dimostrato che la sua azione determina una prevenzione delle lesioni cariose soprattutto nei pazienti con ortodonzia fissa. Le lacche a base di clorexidina, inoltre, se applicate alla madre a partire dal 6° mese di gravidanza, possono ridurre drasticamente la trasmissione dei microrganismi cariogenetici al bambino.

L’azione antisettica del fluoro e della clorexidina determinano anche una riduzione dei mediatori dell’infiammazione gengivale (prostaglandine, interleuchine, leucotrieni) con effetto positivo sulle parodontopatie e, da molti studi sperimentali e clinici, è stato dimostrato che l’associazione di lacche a base di fluoro e di clorexidina aumenta l’effetto delle singole lacche sia per quanto riguarda la prevenzione della carie  sia la trasmissione dei microrganismi cariogenetici da madre a figlio.

Per la prevenzione della carie occlusale in età pediatrica risulta molto utile anche la sigillatura dei solchi mediante “vernici” di resina composita fotopolimerizzabile o materiali su base vetroionomerica. Questi prodotti devono essere applicati sulla superficie occlusale dei molari definitivi, il più presto possibile dopo la loro comparsa nel cavo orale, perché al momento dell’eruzione i denti permanenti non hanno completato il loro sviluppo ed è quindi importante preservare dalle infiltrazioni cariose i solchi che dividono le cuspidi prima della formazione dei ponti di smalto definitivi.

PROGRAMMA DI PREVENZIONE DELLA CARIE

Presso il nostro studio, da molti anni, è stato istituito un programma di prevenzione della carie personalizzato. Al paziente che decide di aderire vengono prioritariamente fornite esaurienti informazioni sui fattori che determinano l’insorgenza della carie e sui provvedimenti che saranno messi in atto per la sua prevenzione. E’ molto importante, infatti, sapere che l’applicazione delle lacche medicate è solo un aspetto del programma di prevenzione e che tale programma potrà essere efficace solo in presenza di corrette abitudini alimentari ed un’efficiente igienizzazione orale.

Si effettua, quindi, una visita del cavo orale per calcolare un indice, denominato DMF, che mette in relazione il numero dei denti cariati (D=decayed) con quelli mancanti (M=missing) e restaurati (F=filled). Si quantifica, inoltre, l’indice di placca mediante un liquido fluorescente che rende visibile la placca mediante illuminazione con lampada fotopolimerizzatrice (quella comunemente usata per l’indurimento dei compositi per ricostruzioni dentali). Successivamente si procede alla valutazione della quantità di produzione salivare sotto stimolo e delle caratteristiche chimiche (pH) e batteriologiche della saliva mediante reattivi chimici e piastre di cultura che vengono poste in un apposito contenitore termostatato a 35-37 °C per 48 ore.

Tutti i dati sono raccolti in una tabella che consente la misurazione di un valore di rischio carie per ogni fattore esaminato. Il totale dei valori di rischio determina il piano di trattamento personalizzato che consiste in un calendario di sedute di igiene professionale e di applicazioni di lacche medicate al fluoro e alla clorexidina con periodiche rivalutazioni del rischio carie per un’eventuale rimodulazione del piano di trattamento. Nei bambini, inoltre, si associa generalmente anche la sigillatura dei solchi dei molari definitivi.

La nostra esperienza con il programma di prevenzione della carie è molto incoraggiante e, dopo un “fisiologico” periodo di rodaggio in cui abbiamo trattato prevalentemente i portatori di ortodonzia fissa ed i pazienti particolarmente “a rischio” per la presenza di numerose ricostruzioni dentali, abbiamo progressivamente allargato le nostre indicazioni. Attualmente proponiamo il programma a tutti i bambini, anche in età prescolare, e alle donne in gravidanza o allattamento e stiamo cercando di sensibilizzare anche i pazienti adulti, soprattutto anziani, che presentano una più alta incidenza di carie in relazione alla fisiologica riduzione del flusso salivare perché siamo convinti che in odontoiatria, come in ogni altra branca della medicina,  “prevenire è meglio che curare”.